In questo periodo dell’anno in cui la primavera si manifesta mi soffermo a pensare quale grande evento si racchiude in una gemma che fa capolino sui rami o sugli apici, dopo la quiescenza invernale. Quanta forza ha avuto un piccolo seme che dal buio della terra germina e spunta lasciandosi avvolgere dalla luce e dall’aria, ma allo stesso tempo si radica nel terreno per trarne solidità ed elementi fondamentali per la sua vita. Un minuscolo bruco che si metamorfosa in una farfalla. Come non emozionarsi di fronte a questi eventi? Cosa hanno in comune? Ciò che prima era, si è trasformato e non esiste più così come lo abbiamo conosciuto. Rinascere non è ritornare ad essere come si era prima. Le crisi, i periodi difficili, i momenti in cui ci guardiamo allo specchio e non ci riconosciamo, quando ci sentiamo soli seppur tra amici, tutto questo dobbiamo considerarlo un grande dono, l’opportunità di riequilibrarci, di capire chi siamo, quali sono i valori che guidano le nostre azioni, qual è il nostro piano di vita. Rinascere per lasciar andare, rinascere guardandosi dentro e alimentando quell’io senza tempo in quella zona che il Beato Biraghi chiamava “cella” senza i rumori di fondo, dove far emergere i talenti e lavorare sui punti deboli che rappresenteranno le nostre unicità. L’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, degli eventi che scandiscono il nostro tempo rappresentano una ciclicità seppur anticipano ciò che conosciamo (dandoci sicurezza), in realtà ogni attimo è diverso da quello già vissuto. Leonardo da Vinci scriveva: “L’acqua che tocchi dei fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente.” È un eterno divenire e la nostra ragione può cogliere solo il fluire delle cose. In questo fluire c’è l’incontro con noi, con gli altri, con il Signore. Quindi ragazzi e ragazze bisogna avere coraggio nell’affrontare le situazioni difficili, nel lavorare su se stessi senza adagiarsi sul “sono fatto così” “succedono tutte a me”, “non riesco a fare nulla di buono”. Queste frasi sono convinzioni limitanti che dobbiamo smantellare per la nostra rinascita ed essere grati per le difficoltà che incontriamo perché ci permetteranno di realizzare il nostro progetto di vita. La Pasqua appena vissuta, la Risurrezione di Gesù ci vede compartecipi della gioia. “La Risurrezione è senso e scopo della vita”, ci ricorda Papa Francesco. Vi in vito a considerare che non siete soli e che i vostri genitori, nonni, docenti e amici saranno sempre pronti a sostenervi, soprattutto ricordate che siete amati! “Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo!”
Papa Francesco
La Preside Stefania Tetta

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